Piano editoriale LinkedIn per la comunicazione B2B

da | Mar 10, 2022 | Comunicazione Human to Human, Digital, Reputazione aziendale

LinkedIn è il social network per eccellenza nella comunicazione B2B. Aziende e professionisti si incontrano su questa piattaforma per dialogare con i propri interlocutori, costruire relazioni professionali ed aumentare la propria autorevolezza nell’ambito di competenza. Quello della comunicazione B2B è un settore che vale la pena esplorare per comprendere come realizzare un piano editoriale efficace. In agenzia abbiamo notato che sempre più aziende B2B si rivolgono a noi per comunicare con altre aziende potenziali clienti; oppure per creare community fatte di relazioni tra player di settore. A tal proposito, se ti sei perso il nostro post blog su come costruire una community LinkedIn efficace, ti consigliamo di recuperare la lettura. Le community e il confronto attivo con gli utenti tengono vivo l’interesse verso l’azienda; sono alla base di una comunicazione che funziona. Nella comunicazione B2B (Business to Business) le esigenze degli interlocutori sono molto diverse da quelle dei consumatori a cui si rivolge invece la comunicazione B2C (Business to Consumer): per questo, gli obiettivi da raggiungere, i messaggi da veicolare e il linguaggio da usare si differenziano molto. In questo nuovo post blog parliamo del piano editoriale LinkedIn per la comunicazione B2B, e di come farsi strada in maniera autorevole.

Pronti, via!

Piano editoriale LinkedIn: gli obiettivi per la tua pagina aziendale

Se hai un po’ di dimestichezza con il mondo della comunicazione e del marketing saprai che la presenza online di un’azienda si costruisce attraverso un percorso articolato, che risponde a domande come queste: chi sono i suoi interlocutori? Quali sono gli argomenti di loro interesse? Quali obiettivi raggiungere con la pagina aziendale e attraverso quali messaggi? 

Quando crei un piano editoriale LinkedIn il primo passo da compiere è questo: hai bisogno di definire obiettivi S.M.A.R.T, ovvero specifici, misurabili, accessibili, realistici e temporizzabili. Più l’obiettivo sarà specifico, più semplice sarà programmare i contenuti funzionali a raggiungerlo. Ecco alcuni esempi di obiettivi per il piano editoriale LinkedIn della tua pagina aziendale:

  • rafforzare la brand awareness e incrementare la visibilità dell’azienda;
  • diventare “opinion leader” e aumentare l’autorevolezza dell’azienda nel settore di competenza;
  • fare customer engagement e costruire una rete di potenziali aziende clienti;
  • generare lead;
  • curare e rafforzare le relazioni con gli stakeholder e i partner dell’azienda. 

Nel definire gli obiettivi teniamo in considerazione due fattori tra loro collegati, ovvero il tempo e il monitoraggio dei risultati: in quanto tempo vogliamo raggiungere la meta? Lo stiamo facendo bene o è meglio ricalcolare il percorso?

Piano editoriale LinkedIn: a chi ti rivolgi?

Un piano editoriale Linkedin ha uno o più interlocutori. A chi ti rivolgi? Chi è il tuo interlocutore ideale: un’azienda potenziale cliente? Un partner? Una community interessata alla tua nicchia di mercato in cerca di notizie e aggiornamenti di settore? Partiamo quindi mappando l’audience e mappando gli stakeholder che gravitano attorno al brand aziendale e a cui destinare una comunicazione mirata. 

All’interno dell’azienda stessa, i primi stakeholder sono i dipendenti: un interlocutore che può diventare, strategicamente, elemento di narrazione, per raccontare la vita aziendale e condividere la professionalità del team. I dipendenti sono i primi stakeholder se, all’interno di un ecosistema-azienda, partecipano all’attività della pagina aziendale interagendo con i contenuti. La mappatura degli stakeholder esterni all’azienda invece ci aiuta a conoscere il settore di riferimento, le dinamiche al suo interno e gli interessi di ciascun “portatore”, per costruire una comunicazione e relazioni più efficaci, sul social per eccellenza in cui fare rete! 

Piano editoriale LinkedIn: chi sono i tuoi competitor e cosa fanno 

L’analisi dei competitor e della loro strategia di comunicazione è un processo che non ci abbandona mai, dai primi passi agli sviluppi successivi della nostra pagina LinkedIn. La scelta di questo social per aziende che si muovono in ambito B2B è molto quotata, quindi non saremo i soli a voler cercare nuovi interlocutori per i nostri prodotti e servizi su LinkedIn. Individuare una lista di competitor attuali e potenziali, tenere d’occhio periodicamente l’attività sulle loro pagine aziendali è un iter consolidato infatti per molte aziende e noi confermiamo che è un processo da non sottovalutare. Partiamo da domande come queste: a chi si rivolgono i nostri competitor? Cosa comunicano? Sono costanti nelle pubblicazioni? I loro post hanno un buon tasso di engagement?

Piano editoriale LinkedIn: cosa pubblicare e quando farlo

Definire il piano editoriale LinkedIn vuol dire scegliere i messaggi che vogliamo comunicare e i topic per creare contenuti interessanti e coinvolgenti per gli interlocutori che fanno parte del nostro settore professionale. Tra i temi più gettonati ci sono mission, vision e valori aziendali, company update, post dedicati ai prodotti e servizi offerti.

Ma quali contenuti sono davvero efficaci e in linea con l’idea di accrescere l’autorevolezza dell’azienda su LinkedIn? Ecco alcuni esempi: 

  • news e trend di settore; 
  • articoli da rassegna stampa di settore; 
  • case history di successo;
  • partnership di valore; 
  • eventi e vita in azienda; 
  • prodotti/servizi.

I contenuti prodotti per la pagina LinkedIn potranno avere varia natura: post argomentativi, info grafiche, sondaggi, video nativi, contenuti fotografici, condivisioni di link ad articoli del blog aziendale o di altri siti esterni.

Contenuti human to human per il piano editoriale LinkedIn

Diciamocelo: non sempre è facile rendere un argomento fruibile ed attrattivo per i nostri interlocutori, soprattutto quando il brand aziendale si colloca in una nicchia di mercato molto particolare. Lo scorso anno abbiamo curato la pagina LinkedIn di un’azienda di meccanica industriale: una bella sfida tra viti, martinetti idraulici, benne, escavatori girosagoma e tanto altro.

A rendere coinvolgenti i post del piano editoriale LinkedIn è stata la narrazione della componente umana, che va oltre il racconto di un prodotto o di un servizio; una storia di famiglia che si tramanda di generazione in generazione ed ha portato oggi l’azienda ad essere un punto riferimento nell’entroterra siciliano, vantando anche un’importante partnership con un marchio giapponese di macchine movimento terra, sinonimo di qualità e affidabilità. La comunicazione aziendale human to human deve essere in grado di andare oltre l’auto-referenzialità per esprimere valore umano e lasciare il segno negli utenti che incontra al suo passaggio, questo può fare davvero la differenza.

Quanti post pubblicare sulla pagina aziendale LinkedIn ogni mese?

Questa è una delle domande più googlate di sempre: quanti post devo prevedere nel piano editoriale LinkedIn? La frequenza di pubblicazione e la quantità di post da pubblicare sulla pagina aziendale LinkedIn sono due elementi importanti e rispondono a un concetto fondamentale: la consistenza. Essere consistenti e costanti nella pubblicazione aumenta la credibilità e fiducia, il tasso di engagement (coinvolgimento) della pagina e la reputazione dell’azienda sul social. Un buon consiglio è quello di iniziare con la pubblicazione di un post a settimana: 4 occasioni in un mese per monitorare l’andamento degli insight e il coinvolgimento dei nostri interlocutori.

Piano editoriale LinkedIn: il tono di voce fa la differenza

“La prima impressione è quella che conta”: vero o falso? Nella comunicazione online quando un contenuto incontra gli occhi del nostro interlocutore abbiamo pochi secondi per attirare la sua attenzione e apparire professionali e credibili. Oltre a un attacco d’effetto che ingaggi subito l’interesse di chi legge, il tono di voce è un altro degli elementi che ci aiuta ad essere pertinenti con le scelte aziendali e a rafforzare il posizionamento del brand aziendale. Anche per il tono di voce, teniamo in considerazione i valori dell’azienda e gli interlocutori a cui ci rivolgiamo. Per un social come LinkedIn, per esempio, il tono di voce potrebbe essere: professionale, autorevole senza per questo essere eccessivamente impostato.

E se vuoi saperne di più di LinkedIn che nel 2023 compie 20 anni e scoprire come è nato, puoi leggere l’articolo di Fast Company.

 

Il 2023 è l’anno della comunicazione B2B, le novità su questo tema le abbiamo raccontate sul nostro blog, in un post che ti consigliamo di leggere. Noi siamo pront* ad accompagnarti nella tua nuova avventura su LinkedIn in pieno stile Human to Human, per una comunicazione che ruota attorno alle relazioni tra persone, prima che tra brand ed interlocutori. Siamo la Digital Human Agency di Siracusa a cui rivolgersi per nuovi progetti nel settore B2B. Scrivici all’indirizzo lab@reputationlab.it: ti aspettiamo per rivoluzionare la tua comunicazione aziendale su LinkedIn! 

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