Personal branding: serve a tutti, ma ai manager di più

da | Set 29, 2020 | Reputazione aziendale, Senza categoria, Social

Il personal branding è quell’insieme di attività di comunicazione personale che servono a creare valore per il professionista, il manager, il CEO di un’azienda. Perchè oggi è indispensabile e come organizzarlo: ecco qualche consiglio sul tema.

Sveglia all’alba, magari prima che il sole sbuchi per giocare d’anticipo. Di corsa in ufficio, la call che incalza, la riunione che inciampa, un pranzo veloce o almeno qualcosa che lo ricordi. La maratona tra i semafori e gli appuntamenti con i clienti. 

…E quel bellissimo post su LinkedIn che volevi scrivere che fine ha fatto? 

Tiriamo a indovinare: con così tanti impegni non hai trovato il tempo di trovare uno spazietto per la tua comunicazione personale. Eppure sai che è importante, che ti serve per migliorare la percezione del tuo lavoro, per rafforzare le tue relazioni e per trovare nuovi prospect che facciano crescere la tua carriera. 

È comprensibile, ma questa mancanza ha un peso più consistente di quanto si pensi. La cura del personal branding, infatti, è cruciale, tanto più se sei CEO o manager di un’azienda, grande, media o piccola che sia. 

Perché oggi chi ha compiti di guida e decisionali in azienda non deve solo far funzionare le cose: deve anche trasmettere i valori della propria azienda al mondo, esserne l’ambasciatore, ispirare il settore di riferimento e intrecciare relazioni. Offline, ma anche online. 

Seguici per capire cos’è il personal branding e perché è fondamentale che i manager d’azienda lo curino. 

Cos’è il personal branding?

Il personal branding è un insieme di azioni di comunicazione strategica attraverso cui un professionista può presentarsi e affermarsi come esperto della sua professione, con competenze specifiche e caratteristiche uniche. Attraverso un piano di comunicazione di personal branding il professionista crea valore per sé, anzitutto, e per la sua azienda.

L’obiettivo del personal branding è proprio quello di distinguersi sul mercato: con una buona strategia ogni professionista può definire il proprio valore e proporsi in maniera unica sul mercato del lavoro.

Il ragionamento di base è lo stesso che si applica per i brand: un prodotto, un servizio o un’azienda per immettersi nel mercato ed essere competitivi devono prima posizionarsi e differenziarsi. I brand, quelli bravi, hanno un’identità: una base di valori su cui costruiscono la propria offerta. Basti pensare a esempi noti, come Apple o Rolex: non sono le uniche aziende al mondo a produrre pc o orologi, ma hanno un’identità fortissima e rispondono alle esigenze specifiche di un certo segmento di clientela.

Noi siamo un’agenzia specializzata in personal branding, batti un colpo se vuoi scoprire quali sono i nostri servizi: ci occupiamo della costruzione di relazioni e accompagniamo i professionisti nella costruzione del loro personal branding. 

 

A cosa serve il personal branding?

I benefici del personal branding sono anzitutto personali, perché definendo la propria specificità professionale è possibile garantirsi un margine di azione in continua crescita: la grande dote della (buona) comunicazione è, infatti, quella di saper creare relazioni reali e solide.

Curare il personal branding significa ampliare e rafforzare la propria rete, espanderla senza stressarne le maglie. Un lavoro di fino, fatto di scambi d’opinione, di esperienze condivise, un lavoro che arricchisce in termini di partnership e collaborazioni e che consente di raggiungere nuovo clienti, costruendo valore sull’autenticità e l’efficacia personale.

 

Quali sono i canali su cui comunicare il tuo personal branding?

I canali sono molti e possono essere usati in simultanea; la scelta, però, va calibrata in base alle tue esigenze e fatta sulla base di un piano strategico che mappi i tuoi stakeholder e le community di riferimento per ciascun canale. Ognuno, infatti, ha delle caratteristiche specifiche e raggiunge pubblici diversi.

LinkedIn è sicuramente il must have, il social più giusto per una comunicazione professionale, ma non è l’unico. 

Linkedin è stato spesso frainteso come ufficio di collocamento virtuale, ma nella realtà si tratta di un social che consente di costruire rapporti reali e uno scambio fluido di idee e opinioni. Se non conosci LinkedIn ti consigliamo di iniziare a prender confidenza: per cominciare ecco qui un link dove trovi delle dritte su come usare questo social. LinkedIn ti sorprenderà: parola di ReputationPeople!

Ottimi esempi di profili LinkedIn ben gestiti sono quelli di Maurizio Laganà, candidate manager di Manpower, o Guido Stratta, responsabile HR di Enel. Se vi occupate di comunicazione e marketing seguite il profilo LinkedIn della nostra founder, Santina Giannone, e quello della nostra agenzia ReputationLab per avere sempre aggiornamenti su questo settore: dai un’occhiata, sii curioso e cerca tu stesso profili a cui ispirarti!

LinkedIn è imprescindibile, dunque, ma che altri canali è possibile utilizzare? Ecco una lista che puoi attivare per creare un circolo comunicativo virtuoso. Attenzione, nessuna lista standard: ogni canale va valutato in base alla personalità che comunica e alle audience di riferimento:

Social Media: Facebook, Instagram, Telegram, Twitter e (per i più temerari) Tik Tok

A seconda del servizio o del prodotto che proponi deciderai quali di questi social fa al caso tuo. Usali per costruire un racconto personale da cui il pubblico possa conoscere te o la tua azienda: sono mezzi formidabili per creare la tua community.

Alcuni profili di ispirazione potrebbero essere:
Veronica Gentili per Facebook;
Andrea Giuliodori per Instagram;
Max Furia per Telegram;
Paolo Iabichino per Twitter;
Marco Montemagno per Tik Tok.

Sito web

ça va sans dire, le aziende devono avere un sito, ma è caldamente consigliato che anche i professionisti autonomi ne abbiano uno. Attraverso il sito puoi approfondire la tua offerta e riassumere la tua esperienza: pensalo come una vetrina in cui incontrare il tuo pubblico, aggiornarlo con le novità del tuo lavoro (vedi paragrafo relativo al Blog poco sotto) e costruire, passo dopo passo, una storia professionale utile e significativa. I tuoi potenziali clienti lo visiteranno di certo prima di contattarti, curalo con attenzione!

Blog

I blog sono uno spazio in cui è possibile una narrazione distesa e personale: particolarmente indicati per manager e CEO, sono un luogo di approfondimento che piace tanto a Google per l’indicizzazione dei contenuti. I blog sono fonte di ispirazione e informazione, vale la pena di non lasciarsi sfuggire questa occasione di comunicazione.

Qui vanno nominati con reverenza e ammirazione due big: Seth Godin e Bill Gates, semplicemente magistrali. Li conosci già?

Newsletter

Altro grande strumento di comunicazione è la newsletter: le mail permettono di sviluppare una comunicazione human to human, volta a favorire la costruzione di una relazione (si sa, con le sole interazioni non si va lontano: dai un’occhiata a questo video per approfondire le potenzialità della mail come strumento di comunicazione human to human).

Vince il premio di caso esemplare in ambito newsletter… (rullo di tamburi)
Mafe De Baggis! Mafe delizia i lunedì mattina con la sua newsletter, total human to human: simpatica, interessante, avvincente. Mafe, attraverso le sue mail, si racconta e si fa conoscere.

YouTube

The last but not the least, arriva YouTube: un social per i più coraggiosi che permette di raccontare tramite video la tua professione. Un ottimo canale per informare e intrattenere la tua audience.

 

Perché è importante che i CEO curino il proprio personal branding

È assodato che quando il CEO o i manager dell’azienda hanno un personal branding ben gestito ed efficace i benefici giungono anche all’azienda per cui lavora. Le ragioni sono varie, qui ve ne forniamo tre.

  1. Un racconto personale e umano accresce la reputazione aziendale

La comunicazione human to human insegna quanto sia importante che la narrazione delle aziende sia reale, incarnata e raccontata dalle persone che costituiscono l’azienda stessa. È bene che i CEO e i manager siano in prima linea;


  1. Migliorare il personal branding dei dirigenti migliora la resa dell’azienda anche nel settore vendite

Poter associare all’azienda un volto, conoscerne il pensiero e seguirne il percorso avvicina i clienti e irrobustisce il rapporto di fiducia. La relazione tra cliente e azienda si costruisce a partire dal CEO, passando per tutti i dirigenti;


  1. La comunicazione su LinkedIn permette anche di sviluppare una buona comunicazione interna all’azienda

Comunicare su LinkedIn, oltre che allargare la rete e aiutare l’arrivo di clienti, agevola la comunicazione interna dell’azienda. Il CEO, esponendo la propria visione, la comunica automaticamente ai suoi collaboratori: un’operazione tutt’altro che banale, non sottovalutarla!

 

Eccoci alla fine. Allora, come sei messo col personal branding? Trovare lo spazio per dare valore a te e al tuo lavoro in un mondo sempre più fluido è l’unico capitale che dura nel tempo. Noi siamo un’agenzia specializzata in personal branding: se vuoi costruire insieme la tua strategia e capire come gestirla scrivici a lab@reputationlab.it. Ti accompagniamo volentieri

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