Il vantaggio di essere i primi: dai social network al brand positioning

da | Feb 4, 2019 | News, Social

Facebook compie 15 anni tra luci e ombre, Google Plus annuncia la chiusura: dai social network un’importante lezione di brand positioning.

 

Facebook soffia sulle 15 candeline mentre gli utenti di Google Plus (ve lo ricordate ancora?) sono invitati in questi giorni a salvare il materiale caricato sul social network perché gli account saranno dismessi dal 4 aprile.

 

Il tentativo di duplicare Facebook è dunque fallito miseramente; perchè Facebook, nonostante scandali e difficoltà, è riuscito a rimanere punto di riferimento tra i social network mentre Google Plus deve addirittura annunciare l’abbandono?

 

L’analisi, in questo caso, è certamente complessa.Tra le spiegazioni più plausibili, ci sono certamente i 7 anni di ritardo con cui è partito Google Plus. L’ innovazione portata da Facebook nel mondo della comunicazione e delle relazioni digitale non è stata facilmente replicabile. Essere i primi significa mettere spazio tra i competitor che verranno dopo.

Questa lezione è utile per chi lavora nel mondo dell’impresa e della comunicazione aziendale. Tra i principi della disciplina del brand positioning  (ovvero la capacità di posizionare il brand sul mercato e nella mente dei consumatori, Marco De Veglia docet), c’è quella di posizionarsi come primi anche in termini cronologici. Fare di tutto per rivendicare il primato di essere stati primi a dire, pensare o fare qualcosa perchè questo ci aiuta a entrare più efficacemente nella mente del consumatore e a diventare gli esponenti o gli ambasciatori privilegiati di un’intera categoria. In questo caso Facebook, avendo preceduto ogni altra esperienza significativa in questo settore, è il social network per eccellenza, ancora 15 anni dopo.

L’ultima analisi Digital 2019 parla di un mondo dei social network sempre più variegato, ma comunque dominato da pochi colossi tra cui Facebook (inteso nella sua versione più estesa che ingloba dal punto di vista di network anche Instagram), WhatsApp e YouTube.

Come è possibile, nonostante Cambridge Analitica, nonostante gli alti e bassi societari, nonostante la diffidenza sempre crescente da parte di una parte del mondo Orientale, il disinteresse dell’intera fascia più giovane e la “guerriglia”normativa delle istituzioni (USA e Europa in testa)? Facebook ha creato la categoria dei social network e ha saputo rinnovarsi costantemente per cercare di recuperare ogni gap.

Le innovazioni, in molti casi, avevano lo scopo di attrarre nuovi utenti e mantenere quelli già iscritti: basti pensare alle reactions, ai ricordi, ai video sempre più presenti, alle dirette, ai sondaggi, ecc. Facebook ha mostrato anche di saper innovare sulle criticità venne a galla. Ultima tra tutti la tab “qualità”che sta implementando sulle pagine aziendali per verificarne i contenuti nell’ottica di una lotta sempre più serrata alla fake news.

Google Plus è nato con un vantaggio eccezionale: essere una creatura del mondo Google; questo, tuttavia, è stato anche uno svantaggio: Google per il popolo di internet è legato al mondo delle ricerche online, dei tool di ottimizzazione di lettura dati, ecc.. Google Plus non ha fatto i conti con i 7 anni di ritardo che l’hanno reso “solo” una copia del ben più navigato Facebook.

Che lezione possiamo trarre da questo scontro tra titani?

Tante volte le aziende si affannano a tirare fuori dal cilindro novità sorprendenti, dimenticandosi di scavare nella propria storia aziendale e di valorizzare punti di forza che raccontano pionieristicamente scelte coraggiose. E dimenticano, inoltre, che in un mercato sempre più oberato di proposte di ogni tipo, il brand positioning è ancora oggi una delle fasi fondamentali di costruzione e rafforzamento di un brand.

Scegliere chi siamo, come lo siamo e come lo diciamo, è una scelta che va fatta prima e non quando saremo percepiti come la “brutta copia” di competitor più avanti di noi nel dialogo e nell’interazione con i clienti.

Gli utenti si sono iscritti a Google Plus, ma, quando hanno verificato che si trattava di un duplicato, hanno scelto di rimanere ancorati al mondo dove c’erano già pezzi di una storia anche personale. Cambiare fornitore non vuol dire solo trovare una proposta più conveniente, ma anche scegliere una visione diverse, valori e idee in cui ci riconosciamo.

Avete mai riflettuto sul brand positioning della vostra azienda? Perchè gli utenti dovrebbero conoscervi, scegliervi, tornare da voi nel tempo?

Se volete saperne di più, contattateci.

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