Reputazione aziendale, non basta avere un consulente. In azienda avete individuato un responsabile?

da | Feb 8, 2018 | Altro

5 regali da fare alla tua azienda nel 2018 per fare funzionare la reputazione. Ecco la terza: una risorsa interna dedicata.

Affidare le attività di reputazione aziendale a dei consulenti funziona solo se l’impresa sceglie anche un referente interno per le attività da sviluppare e gli aggiornamenti quotidiani.

 

Rivolgersi a consulenti esterni specializzati per la reputazione aziendale è una scelta verso cui spesso le aziende si orientano per supplire al mancato sviluppo interno di queste competenze. L’errore però è pensare di esternalizzare ogni responsabilità verso l’avvio, la coordinazione e lo sviluppo dei processi attivati senza una risorsa interna come riferimento costante. Nulla di più sbagliato.

La comunicazione, soprattutto nell’era digitale, funziona solo se è autentica, immediata e coerente: risultati che si ottengono solo quando l’impegno e le competenze di consulenti esterni trovano impegno e collaborazione da parte di un referente interno all’azienda. Non può esistere immediatezza nella comunicazione se le notizie non vengono prontamente condivise con chi poi deve farle diventare contenuti, che sia un post sul blog, su Facebook o un comunicato stampa. Non può esistere coerenza se i cambiamenti aziendali (dal cambio del menu alla gestione di un possibile momento di crisi o di rilancio) non sono precedentemente discussi insieme al team che si occupa di comunicazione, per decidere insieme come affrontarli o valorizzarli. Non può esistere azione di comunicazione che valorizzi la reputazione aziendale, se questa non è frutto di azioni progettate e concordate con i responsabili dell’azienda.

Spesso il tempo dedicato alla formazione e all’affiancamento di questa risorsa – non nell’utilizzo dei canali di comunicazione, a cui sono chiamate le agenzie e i consulenti, ma nella modalità di interazione con essi- è sentito come un rallentamento dei tempi aziendali e dunque bypassato. Le notizie arrivano ai consulenti a rilento, spesso dopo la loro realizzazione o nelle immediate vicinanze; la segnalazione di cambiamenti, novità, possibili sviluppi sono sottovalutate, tranne poi richiedere i risultati di una comunicazione che dovrebbe a questo punto avere la palla di vetro per presagire cosa accade in azienda. Il risultato più immediato, ancora una volta, è un indebolimento del rapporto con i clienti e di efficacia sulle azioni volte a favorire l’interazione con il proprio pubblico. Il che, inevitabilmente, si traduce in un indebolimento sulla reputazione aziendale.

Se volete che la comunicazione funzioni bene e che la vostra reputazione sia davvero il riflesso della visione e della mission aziendale e scegliete di affidarla a consulenti esterni, non potete comunque esimervi dall’indicare con chiarezza una risorsa interna e accertarvi che svolga quotidianamente il suo ruolo di collegamento con efficacia; se lo farà, la programmazione sui vari canali online e offline sarà efficace, veloce e coerente. A guadagnarne sarà l’immagine e quindi la reputazione aziendale.

Diversamente, gran parte dell’impegno perché l’immagine dell’azienda emerga come consapevole e autentica sarà speso in una faticosa corsa a ostacoli, che ne diminuirà la forza e l’efficacia comunicativa. Il percorso dell’utente verso la vostra attività, i vostri servizi e i vostri prodotti risulterà incerto e indebolito come quello di Pollicino, costretto a rintracciare le molliche che aveva lasciato cadere, nella speranza che lo aiutassero a ritrovare il cammino.

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