Che cosa vuol dire per un’azienda avviare un processo di digitalizzazione?
Numerosi imprenditori mi chiedono spesso di aiutarli a intraprendere questo percorso complesso ma necessario. Molti di loro pensano che la digitalizzazione dipenda dalla capacità (economica e professionale) di dotarsi di tecnologia (e anche in quel caso: di quale tecnologia?); altri si aspettano di avviare un percorso di digitalizzazione dei dati, senza però chiedersi come li utilizzeranno. Altri leggono nella digitalizzazione la necessità di dotarsi di una piattaforma social che li renda maggiormente “visibili”, senza scegliere per “chi” vogliono esserlo.
Ho molto apprezzato la chiarezza di Alessandro Rimassa, uno dei fondatori di Talent Garden durante il Digital Business Strategy organizzato a Milano lo scorso fine settimana da Performance Strategies su questo tema; prima di addentrarsi in un’ampia ed esaustiva panoramica il direttore di Talent Garden ha tagliato le gambe ad ogni dubbio con un’equazione chiara:
DIGITAL TRANSFORMATION IS BUSINESS TRANSFORMATION
Non c’è reale trasformazione digitale che parta da tecnologia o piattaforma; l’avvio di un processo di digitalizzazione nasce anzitutto da una profonda trasformazione del management, dell’organizzazione aziendale, della coscienza che il digitale richiede una visione chiara su chi siamo, dove vorremmo andare e qual è il valore che saremo in grado di produrre.
Avviare la propria azienda alla digitalizzazione vuol dire, anzitutto, mettere la persona al centro, e dunque valorizzare i ruoli con cui ogni azienda interloquisce al centro della propria riflessione: i propri dipendenti, anzitutto, insieme ai clienti già fidelizzati, a quelli occasionali e a quelli che si vorranno conquistare; i fornitori, gli Enti e le istituzioni, gli attori sociali della realtà in cui si vive come azienda e come manager. Il pubblico che, insomma, siamo stati abituati a chiamare genericamente stakeholder e che è dovrebbe essere al centro di una riflessione relazionale, prima che tecnologica.
Troppe volte, oggi, la corsa al digitale appare come la scorciatoia per un percorso che rimane profondamente manageriale. E come tale dipende dalla visione, dalla mission e dalla qualità di leadership che ogni azienda può (o non può) esprimere. La digitalizzazione è la strada che porta verso l’attuale fase del marketing che uno dei guru della disciplina, Philip Koetler, definisce proprio umanistico.
Il bit non potrà, insomma, dove l’uomo fallisce.